Comunicato stampa del CNA del 3 febbraio 2017
La riduzione rispetto al 2015 è stata dell’1,2 per cento. Un calo particolarmente pesante, soprattutto se comparato ai dati macroeconomici del sistema Italia. Nel 2016, infatti, il numero complessivo delle imprese registrate alle Camere di Commercio è aumentato di 41mila unità circa, con una variazione positiva dello 0,7 per cento. Il prodotto interno lordo è stimato in crescita dello 0,8 per cento. I posti di lavoro sono saliti dell’1,1 per cento, ben 242mila occupati in più nell’arco dei dodici mesi in esame.
La decimazione si è accanita principalmente su tre settori: le costruzioni, che archiviano una perdita di 15.089 imprese (-2 per cento), le attività manifatturiere (-5.471 attività, pari al -1,7 per cento), i trasporti (-1.928 imprese, pari al -2,1 per cento). Non manca qualche luce in questo panorama. In controtendenza risulta il settore dei servizi: le imprese attive nel noleggio, i viaggi e i servizi di supporto alle imprese sono aumentate del 3,9 per cento (+1.893) e quelle attive nei servizi per la persona sono cresciute dello 0,5 per cento (+864).
L’erosione della base produttiva artigiana è frutto sostanzialmente della scarsità di nuove imprese. Nel 2016 si è toccato il record negativo del nuovo millennio con appena 82.995 new entry (erano state oltre 114mila nel Duemila, più di 137mila al picco del 2007). L’anno scorso sono calate, è vero, anche le cessazioni (-98.806 imprese, pari al 7,4 per cento) ma non tanto da compensare il calo di natalità.
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